Un peccato che Dio non può perdonare
- G. Farina
- 1 set 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Quando pensiamo a un peccato che Dio non possa perdonare, pensiamo subito a un grande, terribile peccato…
Ma non è così… Vi sono peccati, anche “piccoli”, che Dio non perdona se non facciamo i giusti passi.
Se commetto peccati spietati, come spietato può essere un giudizio, un’accusa ingiusta, una maldicenza, una calunnia, e poi chiedo perdono a Dio, vado in chiesa, faccio opere buone senza chiedere perdono a chi ho offeso, sono a posto con Dio?
Molti pensano di sì.
Si confessano a Dio e non pensano minimamente che devono mettere le cose a posto con gli uomini.
Certo, è facile chiedere perdono a Dio… più difficile all’uomo, specialmente se riteniamo che anche l’altra parte abbia delle responsabilità.
Nel Vangelo di Matteo 5:23-24 leggiamo: “Perciò, se stai portando la tua offerta all’altare di Dio e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì l’offerta davanti all’altare e vai a far pace con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta”.
Perché tutta questa urgenza? Perché non portare a termine l’offerta all’altare, il culto e l’adorazione e poi, rinforzato spiritualmente, andare a riconciliarti con il fratello?
Perché il Signore, per poterti perdonare, vuole che tu chieda perdono alla parte offesa prima che a Lui.
Può sembrarti stano, ma è così.
Molti considerano i credenti delle persone ipocrite, e hanno ragione.
Vedono come vivono.
Da un lato una vita pia, religiosa, consacrata, e dall’altra parte molta meschinità e poca sensibilità e misericordia.
Ma come vi sentireste se una persona vi offendesse e poi andasse a chiedere scusa non a voi, ma a un’altra persona, sebbene importante e influente?
Che valore ha chiedere perdono a Dio e non alla persona che ha subito l’offesa, ignorandola completamente?
Non serve a nulla chiede perdono a Dio per un’offesa arrecata a una persona.
In questo caso non c’è perdono.
Per questo il Vangelo invita colui che sta per fare un sacrificio sull'altare a lasciare tutto e fare prima pace con la persona che si ha offeso.
Dopo si ritorna davanti all'altare e si compie il sacrificio… Non serve a nulla fare un sacrificio di espiazione dei propri peccati senza aver chiesto perdono a chi abbiamo offeso.
Non illudiamoci.
Vedi, entrare nell'officina dell’anima vuol dire mettere in discussione quello che credi e quello che hai sempre vissuto.
Lasciati forgiare dal Signore.
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