Incontro con Giovanni Benvenuto
- G. Farina
- 1 set 2020
- Tempo di lettura: 4 min
In questo post dell’Officina dell’anima, dove ogni credente può ricercare la trasformazione profonda della propria vita, vi allego il testo e il video “Puoi vedere negli altri… solo ciò che hai nel cuore”.
Un interessantissimo intervento di don Giovanni Benvenuto, che oltre ad essere una persona di fede e anche un esperto in comunicazione e psicologia pratica.
Noi vediamo il mondo e quello che ci circonda con gli occhi del nostro cuore, ecco perché è importante salvaguardare il nostro cuore.
Dio ci ha dato un cuore per pensare e per conoscere: "Il Signore non vi ha dato un cuore per comprendere...Occhi per vedere...Orecchi per udire?" (Dt. 9,3).
Il primo significato simbolico della parola cuore nella Bibbia è quindi quello di comprendere, conoscere e sapere: "Insegnaci a contare i nostri giorni, e giungeremo alla sapienza del cuore” (Sal. 90,12); "Alcuni scribi pensarono in cuor loro...Gesù disse loro: perché pensate così nei vostri cuori?" (Mc. 2,6); "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alle parole dei profeti" (Lc. 24,25)
Il cuore quindi è lo specchio dell’anima, la persona stessa nelle sue radici profonde, cuore buono = uomo buono, cuore cattivo = uomo cattivo.
Nessuno potrà dire di conoscere pienamente una persona finché non avrà conosciuto e saggiato il cuore.
Conoscere il cuore di un uomo significa infatti non solo conoscerne il nome o la faccia, ma conoscerne i pensieri, gli affetti, i progetti nascosti.
Solo Dio conosce il cuore dell’uomo.
Secondo la Bibbia, quindi, il cuore non è solo un’immagine letteraria che simboleggia sentimenti o emozioni, al contrario è il luogo dove si concentra tutto il nostro essere, la parte interiore di noi stessi da dove hanno origine le nostre decisioni ultime e dove si vivono le nostre esperienze decisive.
Il cuore è la fonte di tutto ciò che l’uomo è o decide di essere o di fare:
"Di te ha detto il mio cuore: cercate il suo volto..." (Sal. 27,8);
"Laceratevi il cuore e non le vesti, e ritornate al vostro Dio" (Gl. 2,13);
"Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me..." (Is. 29,13);
"L’uomo guarda le apparenze, il Signore guarda al cuore" (1Sam. 16,7);
"Dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive: furti, omicidi, adulteri..." (Mc. 7,21);
"Là dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore" (Lc. 12,34);
"Con il cuore infatti si crede per ottenere giustizia" (Rm. 10,10).
La parola cuore sottolinea spesso in maniera forte che una vita spirituale è vera e autentica se c’è coerenza fra preghiera e scelte di vita, fra il nostro cuore ed il cuore di Dio.
Per la Sacra Scrittura il cuore è anche il luogo dove si compie l’incontro fra Dio e l’uomo, il santuario interiore dove si accoglie la presenza divina e dove l’uomo si dona completamente al suo Signore.
Da questo si comprende molto bene l’esigenza del primo comandamento cristiano: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente.
Questo è il più grande ed il primo dei comandamenti.
E il secondo è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso" (Dt. 6,4-Mt. 22,34-Mc.12,28).(cit.)
Vi riporto anche il testo del video
Il saggio alle porte della città: Puoi vedere negli altri… solo ciò che hai nel cuore!
C’era una volta un vecchio saggio seduto ai bordi di un’oasi all’entrata di una città del Medio Oriente.
Un giovane si avvicinò e gli domandò: “Non sono mai venuto da queste parti.
Come sono gli abitanti di questa città?”
L’uomo rispose a sua volta con una domanda: “Come erano gli abitanti della città da cui venivi?”
“Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di partire di là”.
“Così sono gli abitanti di questa città”, gli rispose il vecchio saggio.
Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all’uomo e gli pose la stessa domanda: “Sono appena arrivato in questo paese.
Come sono gli abitanti di questa città?”
L’uomo rispose di nuovo con la stessa domanda: “Com’erano gli abitanti della città da cui vieni?”
“Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto molta fatica a lasciarli!”
“Anche gli abitanti di questa città sono così”, rispose il vecchio saggio.
Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all’abbeveraggio aveva udito le conversazioni e quando il secondo giovane si allontanò si rivolse al vecchio in tono di rimprovero: “Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?
“Figlio mio”, rispose il saggio, “ciascuno porta nel suo cuore ciò che è.
Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui.
Al contrario, colui che aveva degli amici leali nell’altra città, troverà anche qui degli amici leali e fedeli.
Perché, vedi, ogni essere umano è portato a vedere negli altri quello che è nel suo cuore.”
Dove vado vado, è sempre me stesso che porto.
Che tipi di rapporti hai con le altre persone? Pensare che dipenda dalle persone che frequenti… beh, è un’illusione… anzi, è un po’ anche una scusa…
Dipende da te.
Se sei aperto, positivo, genuino, avrai relazioni aperte e positive con gli altri.
Se sei chiuso, sospettoso, negativo, potrai aspettarti dagli altri qualcosa di diverso?
“Ah, sapessi, mi hanno appena cambiato di ufficio: ora sì che mi trovo bene!
Finalmente con i miei colleghi posso dialogare, ci aiutiamo a vicenda, non come quella filiale in cui mi trovavo così male”.
Così un giorno mi ha detto una persona.
Salvo poi rivederlo qualche settimana dopo tutto sconsolato: “Che delusione… credevo che quelle persone fossero diverse… e invece…”
E invece sapete cosa? Che lui era sempre lui, con tutto ciò che si era portato dietro.
Certo, non tutte le persone sono uguali… ma nell’atteggiamento degli altri nei tuoi confronti, puoi vedere in parte uno specchio di ciò che tu sei, di ciò che tu dai.
Perché in fondo è molto più comodo pensare: “È colpa degli altri”, piuttosto che pensare: “È prima di tutto mia responsabilità”.
Come dice Gesù: “Date e vi sarà dato: perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Luca 6,38).
Quali sono i tuoi pensieri? Cosa comunicano di conseguenza il tuo corpo, le tue parole, i tuoi atteggiamenti quando ti avvicini agli altri?
Ora capisco meglio quella frase un po’ misteriosa del Vangelo di Matteo: A chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. Matteo 25,29
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